Elections 2012, SYRIZA Rally, Tsipras, flickr: photos/asterios/7000627690 |
Nessuna intenzione di bypassare analisi articolate e valutazioni rigorose, quanto mai opportune e necessarie con i tempi che corrono, all’insegna della ricomposizione della sinistra, almeno in Italia, della rigenerazione di una cultura politica all’altezza della sfida e della fase, per una sinistra, al contempo, non riformista e non socialdemocratica, ma solida e di governo, e della elaborazione di un pensiero e di una pratica innovativi, radicati nella storia ma lanciati verso il futuro. Affrontata su questo terreno, la (terza in nove mesi) vittoria di Syriza, ci parla di molte questioni, del nostro presente e del nostro futuro, molto più che del nostro passato, e, al tempo stesso, della nostra capacità ri-costruttiva e ri-generativa, per almeno dieci questioni:
1. la sinistra radicale greca è la forza maggioritaria: se la vittoria del 25 gennaio aveva consegnato a Syriza oltre il 36% dei voti, la vittoria del 20 settembre conferma a Syriza il voto di circa il 35% degli elettori; la proposta politica di Syriza rimane, dunque, la più credibile e la più efficace;
2. così come non c’era la maggioranza assoluta il 25 gennaio, così non c’è una maggioranza assoluta nel nuovo parlamento eletto il 20 settembre: il compito di fase di Syriza, al di là della formazione di una nuova maggioranza parlamentare, è quello di potenziare ed estendere la rete del suo insediamento civico e sociale, fatto di una diffusa rete di presidi sociali, di solidarismo e di mutualismo;
3. la maturità delle masse popolari greche, come di tutti i soggetti collettivi alle prese con lotte di progresso e giustizia, delle quali sono artefici e protagonisti, ha offerto una significativa prova di sé, premiando il partito che più coerentemente ha lottato contro l’austerità ed il neo-liberismo e più efficacemente ha indicato le tappe delle nuove battaglie contro le degenerazioni del memorandum, per attutirne l’impatto sociale, per tutelare le misure sociali intraprese dal governo, per rinegoziare il debito;
4. più precisamente, non c’è dubbio che la firma del nuovo memorandum abbia generato disillusione e frustrazione (l’affluenza alle urne è intorno al 55%), ugualmente non c’è dubbio che avere perso una battaglia, combattuta soli contro tutti in Europa, e avere dovuto fronteggiare un tentativo di golpe, ordito dalla oligo-finanza internazionale, non significa essere dei “venduti” o dei “traditori”;
5. diffidare quindi, a proposito dei giudizi contro il presunto “venduto” e “traditore”, di chi fa del massimalismo la propria bandiera (tutta ideologica), al punto di rompere il fronte della comune battaglia di governo contro il neo-liberismo: la sinistra scissionista di Unità Popolare è ferma al 3%;
6. è proprio questa vittoria di Syriza, giunta dopo il memorandum e sette mesi di governo della Grecia, a sconfiggere il golpe prolungato tentato dalle oligo-finanze e da Shäuble, e a preparare il terreno per una nuova iniziativa, per rimettere in piedi la Grecia in una prospettiva di giustizia e di solidarietà;
7. ed è ancora questa vittoria di Syriza a segnare uno spartiacque e fare da apripista in Europa: la prima forza politica della sinistra di alternativa che vince, riesce anche a confermarsi al governo; da una parte, quella che Tsipras ha definito la “sinistra che scappa”, una ridotta testimoniale; dall’altra, la “sinistra di governo”, non riformista né socialdemocratica, che si assume le proprie responsabilità e la sfida del governo;
8. occorre quindi rompere il silenzio: quanti, tra i sostenitori più accesi dell’OXI, assistono oggi da spettatori silenti al nuovo successo di Syriza? Non si vince sempre come vorremmo noi, e non sempre le scelte sono fatte a nostra immagine e somiglianza. Individuare il prevalente. Esplorare e fare esplodere le contraddizioni. Non abbandonarsi ai facili entusiasmi ed ai ripiegamenti deprimenti. Forse questa nuova vittoria di Syriza è anche un esame di maturità (per loro, forse; per noi, sicuramente);
9. “preso il governo, non ancora il potere”, ripetevano i compagni greci prima, durante, e, soprattutto, subito dopo, la vittoria referendaria dell’OXI; sappiamo bene che non basta entrare nella stanza dei bottoni, anche perché oggi, soprattutto nel contesto dell’Unione Europea, alcuni di quei bottoni non sono neanche ad Atene (o a Roma, e così via); semmai, occorre continuare a lottare contro “questa” Unione Europea;
10. infine, Alba Dorata è il terzo partito e consolida le sue posizioni presso disoccupati e sotto-proletariato; tocca ancora una volta alla sinistra ed ai comunisti la ricostruzione, al fondo di una egemonia reale, di un blocco storico e sociale, di una unità delle masse popolari, che sappia respingere ogni infiltrazione ed ogni provocazione della destra fascista e razzista, anche – e soprattutto – quando si presenta nella sua tenuta di “legge ed ordine”.
A queste latitudini, che pullulano di populisti e di demagoghi, di destre nazionalitarie e neo-fasciste, un “avviso ai naviganti” di grande attualità.
1. la sinistra radicale greca è la forza maggioritaria: se la vittoria del 25 gennaio aveva consegnato a Syriza oltre il 36% dei voti, la vittoria del 20 settembre conferma a Syriza il voto di circa il 35% degli elettori; la proposta politica di Syriza rimane, dunque, la più credibile e la più efficace;
2. così come non c’era la maggioranza assoluta il 25 gennaio, così non c’è una maggioranza assoluta nel nuovo parlamento eletto il 20 settembre: il compito di fase di Syriza, al di là della formazione di una nuova maggioranza parlamentare, è quello di potenziare ed estendere la rete del suo insediamento civico e sociale, fatto di una diffusa rete di presidi sociali, di solidarismo e di mutualismo;
3. la maturità delle masse popolari greche, come di tutti i soggetti collettivi alle prese con lotte di progresso e giustizia, delle quali sono artefici e protagonisti, ha offerto una significativa prova di sé, premiando il partito che più coerentemente ha lottato contro l’austerità ed il neo-liberismo e più efficacemente ha indicato le tappe delle nuove battaglie contro le degenerazioni del memorandum, per attutirne l’impatto sociale, per tutelare le misure sociali intraprese dal governo, per rinegoziare il debito;
4. più precisamente, non c’è dubbio che la firma del nuovo memorandum abbia generato disillusione e frustrazione (l’affluenza alle urne è intorno al 55%), ugualmente non c’è dubbio che avere perso una battaglia, combattuta soli contro tutti in Europa, e avere dovuto fronteggiare un tentativo di golpe, ordito dalla oligo-finanza internazionale, non significa essere dei “venduti” o dei “traditori”;
5. diffidare quindi, a proposito dei giudizi contro il presunto “venduto” e “traditore”, di chi fa del massimalismo la propria bandiera (tutta ideologica), al punto di rompere il fronte della comune battaglia di governo contro il neo-liberismo: la sinistra scissionista di Unità Popolare è ferma al 3%;
6. è proprio questa vittoria di Syriza, giunta dopo il memorandum e sette mesi di governo della Grecia, a sconfiggere il golpe prolungato tentato dalle oligo-finanze e da Shäuble, e a preparare il terreno per una nuova iniziativa, per rimettere in piedi la Grecia in una prospettiva di giustizia e di solidarietà;
7. ed è ancora questa vittoria di Syriza a segnare uno spartiacque e fare da apripista in Europa: la prima forza politica della sinistra di alternativa che vince, riesce anche a confermarsi al governo; da una parte, quella che Tsipras ha definito la “sinistra che scappa”, una ridotta testimoniale; dall’altra, la “sinistra di governo”, non riformista né socialdemocratica, che si assume le proprie responsabilità e la sfida del governo;
8. occorre quindi rompere il silenzio: quanti, tra i sostenitori più accesi dell’OXI, assistono oggi da spettatori silenti al nuovo successo di Syriza? Non si vince sempre come vorremmo noi, e non sempre le scelte sono fatte a nostra immagine e somiglianza. Individuare il prevalente. Esplorare e fare esplodere le contraddizioni. Non abbandonarsi ai facili entusiasmi ed ai ripiegamenti deprimenti. Forse questa nuova vittoria di Syriza è anche un esame di maturità (per loro, forse; per noi, sicuramente);
9. “preso il governo, non ancora il potere”, ripetevano i compagni greci prima, durante, e, soprattutto, subito dopo, la vittoria referendaria dell’OXI; sappiamo bene che non basta entrare nella stanza dei bottoni, anche perché oggi, soprattutto nel contesto dell’Unione Europea, alcuni di quei bottoni non sono neanche ad Atene (o a Roma, e così via); semmai, occorre continuare a lottare contro “questa” Unione Europea;
10. infine, Alba Dorata è il terzo partito e consolida le sue posizioni presso disoccupati e sotto-proletariato; tocca ancora una volta alla sinistra ed ai comunisti la ricostruzione, al fondo di una egemonia reale, di un blocco storico e sociale, di una unità delle masse popolari, che sappia respingere ogni infiltrazione ed ogni provocazione della destra fascista e razzista, anche – e soprattutto – quando si presenta nella sua tenuta di “legge ed ordine”.
A queste latitudini, che pullulano di populisti e di demagoghi, di destre nazionalitarie e neo-fasciste, un “avviso ai naviganti” di grande attualità.