sabato 30 maggio 2015

Venezuela Bolivariano: integrazione regionale, eco-socialismo e pace

Cumbre de los Pueblos

On June 10 and 11, 2015, Brussels will be the scene of an important meeting between two regional blocs: the Latin-American and the Carribean countries, organized in the CELAC (Comunidad de Estados de America Latina y el Caribe) and the European Union. A platform signed by more than 50 Belgian, European and Latin American social organizations calls for People’s Summit: Building Alternatives in Latin America and Europe. This Peoples' Summit is parallel to the official summit between the countries of Latin America, the Caribbean and the European Union. Do not miss this unique event!

In preparazione al lavoro politico della delegazione nazionale alla "Cumbre de los Pueblos", si presenta qui il documento conclusivo del Tavolo su “Integrazione regionale, eco-socialismo e pace”, tenuto in occasione del II Incontro Italiano, a Napoli, di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana: “Caracas ChiAma”, Napoli, 2015

Il socialismo bolivariano ha istituito una seconda liberazione nazionale e Hugo Chavez un secondo liberatore del Paese, in una dimensione che non si ferma al Venezuela, ma allude alla sfera mondiale delle relazioni internazionali, a partire dalle reti di integrazione regionale (ALBA-TCP, UNASUR, CELAC) come reti di scambio e di cooperazione tra i popoli. Come nel campo delle relazioni regionali, che hanno consentito di traguardare l'obiettivo della integrazione regionale, così nella sfera delle relazioni intercontinentali, la rivoluzione bolivariana costituisce una innovazione profonda, attraverso le reti di scambio e di cooperazione tra i popoli e con i popoli del mondo. Il Plan Africa, promosso da Hugo Chavez, ha consentito l'apertura di nuove relazioni diplomatiche e di cooperazione popolare con tutti i Paesi ed i popoli africani; allo stesso modo, la prospettiva di una Alba dei Popoli del Mediterraneo, può traguardare l'obiettivo del superamento dell'Unione Europea e del Partenariato Euro-Mediterraneo (5+5) per indicare un orizzonte nuovo, solidale e paritario, tra i popoli mediterranei dell'Europa, del Nord Africa, del Maghreb e Mashrek e del Vicino Oriente.

L'esigenza, politica e culturale, di superare un certo, asfittico e pericoloso, euro-centrismo, che troppo spesso contraddistingue, da questa parte dell'Oceano, il nostro immaginario, si coniuga con il compito di leggere nel concreto i processi reali, sulla base dell'onda lunga della storia e delle relazioni, sociali e politiche, di prossimità e di vicinato. Sotto questo profilo, i Paesi arabi hanno saputo costruire legami storici e duraturi con il Venezuela: nel 1973, ad esempio, la seconda missione internazionalista delle brigate cubane si svolse proprio in Siria, per la durata di un anno, durante l'aggressione sionista nel Golan Siriano, ed oggi il Venezuela considera la Siria un autentico baluardo nel Medio Oriente contro l'imperialismo statunitense e israeliano sulla regione. Il sistema della cooperazione bilaterale tra il Venezuela e la Siria si sviluppa oggi in termini di scambi petroliferi, scambi sportivi e culturali, scambi di competenze e di natura tecnica, e siriano è il primo capo di Stato arabo, nella persona del presidente legittimo Bashar al-Assad, a giungere in visita di Stato in America Latina, in particolare a Cuba ed in Venezuela. Dopo l'ingresso ufficiale della Siria, come primo Paese membro non latino-americano, nell'ALBA, la solidarietà tra i due Stati e i due popoli si è ulteriormente consolidata, come dimostrano non solo le più recenti manifestazioni di solidarietà in Venezuela contro le ingerenze imperialiste e petro-monarchiche in Siria, ma anche le mobilitazioni del popolo siriano contro il golpe continuato in Venezuela. Pertanto, a partire proprio dagli esempi di Cuba, che ha indicato la via del socialismo ai popoli dell'America, e della Palestina, con la sua storica ed esemplare resistenza nazionale all'imperialismo ed alla occupazione, si impone a tutti e tutte noi il compito di elaborare una piattaforma comune antimperialista e di unire il campo delle soggettività contro l'imperialismo e per la pace.

Si impone pertanto il compito di “superare” e “trasformare” l'Unione Europea a egida neoliberista e trazione monetaristica, per trasformare il sistema della integrazione continentale e mediterranea tra i popoli, a tutti i livelli, sulla scorta dell'esperienza dell'ALBA-TCP e delle reti di integrazione regionale ispirate dal socialismo bolivariano, che intercettano tutti i livelli dell'agire internazionale nella regione, da quello politico-istituzionale (CELAC), a quello economico-sociale (UNASUR, Mercosur e Petrocaribe), a quello culturale e comunitario (ALBA). Il “sogno di Bolivar”, che è stato uno dei motori del gigantesco processo di trasformazione ed integrazione per l'America Latina, può ispirare, in una sua originale declinazione basata sulle specificità regionali e nazionali, un processo di rigenerazione complessiva per l'Europa e l'intero bacino europeo-mediterraneo. A questo processo di trasformazione di società e di sistema non può essere indifferente o marginale la dimensione di genere, che va posta al centro, attraverso la rappresentazione e la pratica dei soggetti sessuati e la differenza del “maschile” e del “femminile”, di tutte le pratiche e le istanze.

La cornice nella quale questa sperimentazione rivoluzionaria si compie, nel Venezuela Bolivariano, è quella dell'eco-socialismo: il potere rivoluzionario, in Venezuela, ha istituito, sin dal 2000, un Ministero del Potere Popolare per l'Ambiente che, più recentemente, è diventato il Ministero del Potere Popolare per l'Eco-socialismo, con il compito di perseguire e promuovere la diversificazione produttiva ed ecologica e di sviluppare ed incrementare il “buen vivir”, inteso sia in termini di progresso delle condizioni materiali di esistenza, sia di sviluppo delle potenzialità culturali di un intero popolo. Il presidente costituzionale, Nicolas Maduro, ha più volte ricordato come le “comunas” o saranno eco-socialiste o non saranno affatto, ed allo stesso modo è più urgente ed opportuno che mai, di fronte alla distruzione dell'ambiente e dell'eco-sistema e alla luce del depauperamento materiale e culturale determinato dal capitalismo e dalle sue politiche di distruzione e di guerra, che si sviluppino anche in Italia “applicazioni” locali eco-socialiste, nelle realtà territoriali che rappresentano i nodi della rete nazionale di solidarietà con la rivoluzione bolivariana, che sappiano declinare il tema del superamento dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sulla natura e interroghino le istanze di emancipazione, politiche e culturali, dei movimenti indigeni, della “pachamama”.

In virtù di questi presupposti, uno dei compiti di fase delle realtà democratiche, progressiste e comuniste, amanti della pace e della fratellanza tra i popoli, è quello di connettere ed intrecciare la solidarietà attiva e pro-attiva con il Venezuela con la lotta contro la guerra imperialista e per la pace mondiale, purché si intenda, con questa, la “pace positiva”, vale a dire la pace con la giustizia sociale, per la quale è necessario attrezzare tanto la “battaglia delle idee”, approfondendo i termini e le questioni dell'auto-determinazione dei popoli e dell'eco-socialismo, quanto l'attivazione politica e sociale, rafforzando la nostra capacità di utilizzare, con una chiara finalità antimperialista e rivoluzionaria, gli strumenti della documentazione, della comunicazione e i social media, e organizzando la nostra capacità di sensibilizzazione, mobilitazione ed egemonia concreta, non confinando alla sfera del “virtuale”, ma proiettando concretamente “nelle strade”, la nostra attivazione. Sulla scorta dell'esempio rappresentato da TeleSur, va quindi sostenuta l'iniziativa per la creazione, in Italia, di una voce comune dei popoli in lotta contro l'imperialismo e per la pace, nella forma di una radio popolare.

I percorsi di incontro e di affratellamento tra i popoli, su base di massa e di classe, nelle odierne declinazioni delle soggettività di classe presenti, agite dallo sfruttamento capitalistico e dalla estrazione di plusvalore, tanto in termini assoluti, quanto in termini relativi, sono la condizione centrale per costruire una società alternativa, con pace e con giustizia. È necessario, da un lato, ricostruire un movimento inclusivo per la pace positiva con giustizia sociale, che impugni coerentemente le parole d'ordine dell'auto-determinazione, della non-ingerenza e della giustizia, e, dall'altro, promuovere una interrelazione fondata sulla diplomazia dei popoli, attivando percorsi di solidarietà e reciprocità internazionale, e costruendo condivisione e lotta con i migranti sui nostri territori, soggetti maggiormente agiti dalle forme più brutali dello sfruttamento capitalistico, dal lavoro servile al caporalato. Consegniamo, pertanto, al Sindaco di Napoli, primo cittadino della città in cui si svolge il secondo incontro italiano di solidarietà con la rivoluzione bolivariana, l'urgenza di invitare ufficialmente a Napoli il “Comitato dei Familiari delle Vittime delle Guarimbas”, che, soggettivamente ed oggettivamente, rappresentano questa istanza di diplomazia dei popoli, in quanto hanno vissuto e subito, attraverso le violenze della destra venezuelana fascista e golpista, i colpi dell'imperialismo statunitense, e in quanto, con la loro forza e la loro dignità, parlano di liberazione ed emancipazione reali.

L'incontro fraterno e solidale dei popoli del mondo non si ferma qui: docenti e intellettuali d'Europa possono trovare, a Napoli e nelle nostre città, occasioni di incontro e di relazione, per approfondire e sottolineare i traguardi e le conquiste del socialismo bolivariano e, in prospettiva, della nostra battaglia per il socialismo nel nostro Paese e nel nostro continente; viceversa, rappresentanti delle organizzazioni sociali e delle istituzioni democratiche possono condividere percorsi di scambio e di conoscenza con le realtà dell'ALBA-TCP, nella prospettiva di uno scambio, reciproco e solidario, che alimenti la nostra via al socialismo. Non rinunciamo all'esercizio della nostra passione e della nostra creatività nel sostegno alla rivoluzione bolivariana e nell'esplorazione di vie nuove verso il socialismo: un concorso internazionale per una “sinfonia per Chavez”, a sostegno del Venezuela e del sistema Abreu, ma anche come occasione di crescita culturale per le nostre società e la nostra gioventù; una costellazione di convegni e dibattiti presso le scuole e le università, insieme con tutte quelle realtà, studentesche ed accademiche, che, in Italia come in Europa, si battono dalla parte del Venezuela Bolivariano e sono sistematicamente ignorate o ghettizzate dal main-streaming, informativo o accademico; una rete di scuole, cattedre, centri di ricerca, organizzazioni sociali e culturali, esclusi dall'egemonia neo-liberale, ma capaci di innovare, sul terreno della pace e della giustizia.

Come l'alleanza civico-militare ha costituito un pilastro fondamentale del processo bolivariano sin dalle sue origini, così la convergenza, sul terreno della “democrazia partecipativa e protagonistica”, tra soggetti sociali e istituzionali democratici, può aprire spazi inediti di collaborazione e di avanzamento, nel sostegno al processo bolivariano e nella sua difesa dagli attacchi, continui e reiterati, dell'imperialismo USA ed UE. Gli accordi di cooperazione, sottoscritti da Hugo Chavez, primo capo di Stato a sperimentare questa prassi, non solo con figure istituzionali, ma anche con organizzazioni sociali, a partire dal MST in Brasile, indicano una strada possibile, creativa ed inedita, di sviluppo delle potenzialità e delle occasioni per fare avanzare la democrazia anche nel nostro Paese e nel nostro continente, e alimentare l'idea di una nuova configurazione, democratica e progressista, di relazioni politiche, basate sulla cooperazione e non sulla competizione. La nostra capacità di mobilitare deve andare di pari passo con la nostra capacità di informare, gettando luce su una realtà, quella rivoluzionaria bolivariana, relegata nel cono d'ombra del main-streaming imperialista: dal sito “viaggiaresicuri” del MAECI, alle denigratorie campagne di Amnesty International e dell'umanitarismo al soldo dell'imperialismo, va risposto con le cifre di una realtà, quella bolivariana, in costante progresso, in primo luogo sul terreno dei diritti umani e della giustizia sociale, e con una denuncia sistematica delle mistificazioni in corso, anche con la costruzione di un osservatorio informativo tempestivo ed organizzato.