Foto di Twitter/ Robin Monotti @robinmonotti da Pressenza Italia |
Il movimento italiano per la pace e contro la guerra, tenendo insieme queste sue due connotazioni, nelle sue più ampie e diversificate articolazioni, si prepara a scendere in piazza e mobilitarsi contro “le più grandi esercitazioni militari della NATO dalla “caduta del muro di Berlino” in poi”.
Una recente assemblea a Napoli, tenuta lo scorso 2 settembre (report), ha rappresentato il primo momento di elaborazione e di programmazione della mobilitazione nazionale “contro la guerra” e “contro la NATO” che si intende lanciare in contemporanea con lo svolgimento di questi minacciosi e spaventosi “giochi di guerra” dell'imperialismo euro-atlantico sotto le insegne della NATO.
Si è trattato di un'occasione di incontro e di confronto assai promettente: convocata, congiuntamente, dalla Rete Napoli Nowar, la rete napoletana anti-militarista e anti-imperialista, e dal Comitato Pace Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio, il coordinamento cittadino delle organizzazioni pacifiste e nonviolente, la riunione ha registrato la presenza di una cinquantina di attivisti, provenienti sia dalla galassia associativa, che anima e ispira il tessuto sociale e civile partenopeo (dal MIR a Pax Christi, da ALBA Informazione ad Assadakah Napoli, sino a Un Ponte per …, solo per citare alcune tra le numerose presenti), sia dalle realtà di movimento e di conflitto più attive a Napoli (presenti Nowar napoletani e romani, Red Link e la Rete dei Comunisti, i Cobas e lo SKA-Officina 99, la Rete Antirazzista …).
Per la prima volta da molto tempo, l'assemblea ha costituito un momento di convergenza e di confronto tra realtà distinte, ciascuna impegnata nel proprio percorso e nella propria mobilitazione, e che non sempre, nei tempi più recenti, avevano saputo trovare, pur nella mobilitazione contro le recenti guerre alle porte dell'Europa, occasioni analoghe di incontro; basti pensare, tanto per andare sul concreto, ai casi recenti della Libia e della Siria, a partire dal 2011, su cui si sono consumate e si registrano tuttora visioni distinte e interpretazioni differenti intorno alle cause, le motivazioni e gli attori di tali conflitti, fino ad arrivare al caso più recente, a partire dal 2014, dell'Ucraina, con l'aggressione contro l'autodeterminazione del Donbass e sul ruolo della Russia.
Come è stato detto nel corso dell'assemblea, dunque, non sarà una mobilitazione, per quanto importante e di rilievo nazionale, a ricomporre l'unità del movimento italiano per la pace, attraversato da distinguo e divisioni ormai annosi, ma una tale mobilitazione può rappresentare, se ben impostata e partecipata, una occasione preziosa per riannodare le fila, ritessere un discorso, ridefinire un terreno, di riflessione e iniziativa, lungo il quale provare nuovamente ad incamminarsi insieme.
L'assemblea napoletana è stata, sotto questo aspetto, per quanto preliminare, assai promettente: gli interventi e le riflessioni, che si sono succeduti, hanno infatti concordemente gravitato intorno a tre elementi salienti, quali
1) il carattere della Trident come strumento della riconfigurazione strategica della NATO su tre fronti (Russia e Oriente, Medio e Vicino Oriente, Africa Settentrionale e Centrale) con tre guerre già aperte su ciascuno di questi tre versanti del “tridente” (Donbass, Siria, Libia);
2) il Mediterraneo come vera e propria “trident juncture” di questo schieramento di forze, con Napoli al suo centro, operativo, strategico e logistico;
3) l'indissolubilità, per il momento storico e la collocazione geopolitica nella quale si situa, del nesso tra guerra e migrazioni e, insieme, tra anti-imperialismo ed anti-razzismo.
L'operazione NATO “Trident Juncture 2015” sarà effettivamente qualcosa di inedito, un vero e proprio “salto di qualità” nella riconfigurazione strategica della proiezione offensiva della NATO, letteralmente, ai “quattro angoli” del pianeta: si svolgerà dal 28 settembre (in predicato la data del 4 ottobre) fino al 6 novembre, per oltre un mese, coinvolgendo direttamente Italia, Spagna e Portogallo ed estendendo il suo raggio di operazioni all'intero Mediterraneo, ed impegnerà 36 mila uomini, oltre 60 navi e 200 aerei da guerra di 33 Paesi (28 NATO e 5 alleati), con l'obiettivo di testare la forza di intervento rapido - Nato Response Force (NRF) - (40mila effettivi) e il suo corpo d’élite (5mila effettivi), la “Very High Readiness Joint Task Force” (VJTF), in grado di essere schierata in 24-48 ore per rispondere “alle sfide alla sicurezza sui fianchi meridionale e orientale”, cioè ad intervenire militarmente verso la Russia e l'Oriente, il Medio e il Vicino Oriente, l'Africa Settentrionale e Centrale, ovunque gli interessi dell'imperialismo siano minacciati, secondo la logica tradizionale della “guerra preventiva”.
Napoli, capitale nel Mediterraneo, è il centro di questo inquietante schieramento di forze: il JFC Naples è al comando della “Trident Juncture 2015” e, insieme a Brunssum (Olanda), comanderà la forza di intervento rapido (Nato Response Force) della NATO. Un ennesimo motivo per rilanciare, proprio da Napoli, l'appello alla iniziativa ed alla mobilitazione.
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