mercoledì 5 febbraio 2014

Lettera Aperta per una lista unitaria per Alexis Tsipras alle Elezioni Europee 2014

Tsipras
Il testo che segue è il frutto di un'iniziativa maturata tra compagni/e del centro storico di Napoli, nella forma di una lettera aperta per un'unica lista della sinistra a sostegno dell'importante candidatura di Alexis Tsipras a presidente della Commissione Europea alle prossime elezioni europee del 25 maggio. L'iniziativa intende rilanciare la mobilitazione per scongiurare il rischio di un'ulteriore frammentazione a sinistra, con la presentazione di più liste a sostegno di Tsipras, e per traguardare percorsi possibili di ricomposizione a sinistra, nel senso della massima apertura, convergenza ed unità.


L'appello per una lista politica di società civile a sostegno della candidatura di Alexis Tsipras, leader della sinistra greca di Syriza, alla carica di presidente della Commissione Europea, in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, a firma, tra gli altri, di Andrea Camilleri, Paolo Flores, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli e Guido Viale, è un contributo utile nella direzione giusta.

Si tratta di una piattaforma impegnativa, sia sotto il profilo analitico, sia sul versante della proposta. L'appello ha il merito di segnalare i guasti dell'attuale profilo neo-monetarista dell'Unione Europea, di cui le politiche del rigore costituiscono la prosecuzione naturale e lo slogan dell'Europa “delle banche” rappresenta la manifestazione plastica; e di indicare le linee di tendenza per un'inversione strategica, fondata sul primato dei beni comuni, la centralità del modello di welfare, le ragioni della solidarietà sociale, la politica della programmazione democratica e della partecipazione pubblica, il valore dell'apertura anziché della chiusura, sia in relazione alle politiche di accoglienza dei migranti, sia in funzione del carattere multilaterale della sua proiezione internazionale ed euro-mediterranea.

La sintesi offre anche un'indicazione di massima per un programma: per passare dall'Europa “delle banche”, che troppo spesso finisce per proiettarsi nello spettro della “Europa fortezza”, alla Europa “dei popoli”, per la messa a valore dell'idea e della pratica di una Europa meno atlantica e più mediterranea, consapevole del ruolo progressivo che può svolgere nel suo più complesso scenario di prossimità, il Mediterraneo, mare di popoli e di culture, ricco del suo patrimonio umano e culturale e delle mille controversie e conflitti che agitano le sue sponde, dai fermenti delle “primavere arabe” con le trasformazioni che attraversano, in particolare, Tunisia ed Egitto, a guerre recenti ed antiche, da quella in Siria, col suo corollario di distruzione ed ingerenze, alla Palestina e la sua autodeterminazione.

Infine l'appello ha il merito di affrontare il problema delle modalità con cui costruire questa opzione politica, del tutto nuova e radicalmente innovativa, carica di senso, nella misura in cui non si riduca ad un'operazione di ceti politici o di élite intellettuali, ma si configuri come espressione naturale di lotte e conflitti, di saperi e territori. Non è all'ordine del giorno alcuna illusione di “depotenziare” la carica della proposta di Tsipras, di Syriza, della Sinistra Europea e delle forze della sinistra e del lavoro. Se infatti vi fosse uno spazio politico collaterale o mediabile con le proposte dei liberali o dei socialdemocratici, non si sarebbe posta l'urgenza di una prospettiva di alternativa radicale, di trasformazione creativa e, insieme con queste, di radicale messa in discussione dei trattati europei e dei vincoli monetari che sanciscono le politiche di austerità, a partire da Fiscal Compact e Six Pack.

Il centro della questione è il bisogno di rendere la proposta di alternativa, al tempo stesso, una proposta di egemonia: un programma che sia radicalmente innovativo e potenzialmente rivoluzionario, in grado di guadagnare all'Europa una prospettiva stabile di pace, democrazia e giustizia, e capace di coinvolgere tutti e tutte, sia nelle modalità di articolazione, che auspichiamo possano vedere insieme, in maniera “unitaria e plurale”, soggetti politici e organizzazioni sociali, in primo luogo impegnate sui terreni del lavoro, della giustizia sociale, dei beni pubblici, della difesa dell'ambiente e della costruzione della pace, sia nelle forme della sua costituzione, in un cimento politico ed un cantiere aperto, che, in forma libera e partecipata, costruiscano, contro la logica dei veti incrociati e diffidenti, occasioni di incontro e cooperazione, fin dentro e ben oltre la scadenza elettorale stessa.

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