mercoledì 15 giugno 2016

Autonomia?

http://napolincomune.it

A questo punto, a mente più fredda, si può tirare un primo bilancio dal primo turno delle elezioni amministrative del 5 giugno, ma anche una qualche valutazione politica "a valle" dei fiumi d'inchiostro spesi, spesso lucidamente, in bilanci, analisi e valutazione dei risultati.

Quanto ai bilanci, non li riproporrò certo in questa occasione; mi limito a riportare alcuni link, che possono costituire, caso mai fossero sfuggiti, utili strumenti di riflessione: almeno intorno ai trend elettorali in voti assoluti (qui); al dimensionamento, in prospettiva nazionale, del risultato dei cinque stelle (qui); all'andamento, a macchia di leopardo, dei risultati conseguiti dalla "sinistra a sinistra" del PD (qui).

Quanto alle valutazioni, è qui che occorrerebbe un "di più", anche da sinistra, di coraggio e di realismo, insieme. E' vagamente auto-assolutorio, infatti, ribadire - o, tanto peggio, enfatizzare - che queste elezioni amministrative non fossero il banco di prova di Sinistra Italiana. E' ovvio che non possono costituire il perimetro entro cui giudicare la validità dell'impresa politica appena messa in campo.

Tuttavia, è almeno altrettanto ovvio che si è trattato di un appuntamento importante, di portata nazionale, lungamente previsto e preparato, su cui misurarsi non solo in termini di "voti assoluti" ma anche in termini di recupero dal non-voto, di qualità della proposta programmatica a livello locale, di efficacia delle candidature avanzate.

I risultati, sotto questi profili, sono a luci ed ombre, spesso deludenti, soprattutto laddove le forze costituenti di Sinistra Italiana si sono presentate divise all'appuntamento elettorale, Milano, per importanza e per rilievo, su tutte. E' stato detto qui, e bene: occorre una revisione del percorso intrapreso e la correzione degli errori compiuti.

Senza cedimenti al populismo e improvvidi endorsement ai cinque stelle; piuttosto, tornando a mettere al centro la questione dell'eguaglianza, a partire dalla messa in discussione degli attuali rapporti di produzione e di potere, il nodo vero in cui precipitano tanto il discorso sul neoliberismo quanto quello sull'austerity.

Non servono "ricette per l'osteria dell'avvenire", ma, appunto, "individuare le contraddizioni" per "basare la rivoluzione su qualcosa di necessario". Occorre impegnarsi nella elaborazione, insieme con i soggetti portatori di bisogni sociali, di un profilo politico e di una griglia programmatica per cogliere "il necessario" su cui gettare "le basi". Solo sulla scorta di un tale profilo (riconoscibile) e di una tale proposta (fondata), si potrà centrare, in maniera costitutiva e non parolaia, il tema della "autonomia".

Che altrimenti sarà sempre schiacciata tra altre parole (isolamento, irrilevanza, autoreferenzialità) e, come altre parole tra parole, consegnata al suo destino e davvero mai, nella concretezza, vissuta e praticata. 

Nessun commento:

Posta un commento